In botanica, una pianta carnivora appartenente ad una determinata specie e può essere ulteriormente suddivisa in forma, varietà, sottospecie, cultivar e ibrido.
Quando piante della stessa specie, si differenziano per la forma di crescita la nomenclatura della pianta avrà questa sintassi: Drosera capensis form. spirale, vale a dire una Drosera capensis le cui foglie crescono con una forma di spirale.
Per piante della stessa specie che però troviamo in regioni geografiche diverse, si parla di "varietà".
avrà questa sintassi: Drosera binata var. "Italica", cioè una Drosera binata che troviamo in Italia
Quando invece due piante della stessa specie si trovano nella stessa regione geografica, si parla di "sottospecie".
avrà questa sintassi: Sarracenia purpurea ssp. pelosa pianta che avrà la stessa zona di origine della Sarracenea purpurea.
Se una pianta viene coltivata artificialmente, modificando geneticamente la sua struttura, si parla di "Cultivar".
avrà questa sintassi: Dionaea muscipula 'All color' cioè una Dionaea variopinta.
Per quanto riguarda i cultivar, è stata dedicata la successiva sezione.
L'ibrido è sostanzialmente una pianta nata da seme, frutto di una precedete impollinazione (manuale o artificiale) tra piante di specie diverse o tra piante della stessa specie ma con varietà diverse.
Vediamo ora in dettaglio queste suddivisioni, tenendo presente che per comprendere meglio i concetti che saranno esposti, assegneremo alle piante nomi di pura fantasia.
Forma
Varietà
Sottospecie
Cultivar
Ibrido
Il fattore che caratterizza l'ibrido e quello di presentare le caratteristiche genetiche di entrambi i genitori.
Vi sono quattro categorie di ibridi ma solamente due di queste sono realizzabili quando si parla di piante carnivore.
Ibrido interspecifico:
si ottiene incrociando due piante dello stesso genere ma aventi specie diverse,
lo si ottiene per esempio incrociando una S. locophylla ed una S. flava.
Ibrido intraspecifico:
si ottiene incrociando piante aventi stesso genere e specie ma con sottospecie diverse. lo si ottiene per esempio incrociando una S. flava var. cuprea e S. flava var. ornata.
Il nome botanico che viene inizialmente assegnato all'incrocio è composto dal nome dei due genitori separati dal carattere 'X' che si pronuncia "per".
Il primo nome, quello che precede la 'X', indica la pianta madre cioè la pianta il cui fiore è stato impollinato, mentre il nome che segue la 'X' indica la pianta padre, quella dalla quale è stato prelevato il polline per l'impollinazione.
Per fare un esempio, se impolliniamo un fiore di una S. leucophylla con il polline prelevato dal fiore di una S. flava otterremo in incrocio denominato
S. leucophylla x S. flava.
Se invece impolliniamo un fiore di una S. flava con il polline prelevato dal fiore di una S. leocophylla otterremo in incrocio denominato
S. flava x S. locophylla.
Il risultato in ambedue i casi sarà in ogni caso lo stesso ibrido.
Quando l'ibrido viene riprodotto per parecchie generazioni e risulta ben stabile a livello genetico, può assumere anche un nome in latino anteposto al segno 'X' al quale farà seguito il nome dei genitori, ad esempio
Sarracenia x catesbaei (S. flava x S.purpurea)
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